Lavoro esposto in occasione di Festaccio (2018) nella Città dell’Altra Economia, a Lodz in Polonia, nella quinta edizione del Festival Internazionale di Fotografia (maggio 2006) dove l’artista è stata invitata come ospite d’onore e a Roma per la personale nella galleriatheessayclub.com order a research paper Salon Privé Arti Visive (ottobre 2004)
La striscia si compone di foto estrapolate dai tabloid e dal web, manipolate e riassemblate in maniera sarcastica e provocatoria, in prevalenza immagini di dolore contaminate da altre immagini che invece rispecchiano una società che non soffre. Ne risulta un luogo unispaziale e atemporale di paradossale coesistenza, dominato dalle icone di un’umanità martoriata, offerte all’indifferenza di uno sguardo che ormai ha imparato a ignorare il senso della tragedia che esse rappresentano. L’artista si è avvalsa di metodologie e linguaggi dei circuiti mediali. La striscia è difatti stampata su un supporto industriale di pvc traforato, come i pannelli pubblicitari che ricoprono i fabbricati in via di ristrutturazione nei centri urbani o i mezzi pubblici di trasporto cittadino. Il progetto comprende inoltre un breve “corto”che con la tecnica dei videoclip mette a fuoco il maquillage di una giovane donna davanti a una preziosa specchiera in cui scorrono visioni di devastazione e di morte. Nel libretto-catalogo che accompagna la mostra, infine, Giusy Lauriola, racconta come in un feuilletton il proprio percorso esistenziale ed artistico con la caratteristica che partendo da avvenimenti veramente accaduti si perde nella fantasia, creando un luogo narrativo in cui difficile sarà identificare la realtà.