21 20 Visitare una mostra personale può regalarci il dono di compiere un itinerario nella sensibilità dell’artista che vi espone; sensazioni ed emozioni attraverso il segno e il colore vengono distillate sulle tele aprendoci lo sguardo verso altri mondi e prospettive. Così l’artista si propone come un moderno sciamano, il quale inducendo lo spettatore alla riflessione, si pone come traitd’union con le dimensioni ultraterrene. Ecco tutto ciò è possibile riscontrare nelle opere di Giusy Lauriola che compongono il corpus della mostra Prendiamo il sentiero paludoso per arrivare alle nuvole. I lavori qui esposti si presentano, a chi li osserva, come paesaggi metafisici grondanti materia pittorica, spiritualità e sentimento incentrati su una partizione cromatica che ricordano certamente degli orizzonti; su questi emergono flashback improvvisi di figure umane come fossero apparizioni provenienti dalle lontane lande dell’inconscio e vivificate da un segno memore dell’automatismo psichico nell’accezione del pensiero libero dal controllo della ragione. Il processo che ha portato a tale risultato, in equilibrio mirabile tra astrazione e figurazione, ha un’origine lontana che affonda le proprie radici nel reale e nelle sue dinamiche sociali. Una realtà, spesso studiata e sviscerata dall’artista nelle sue varie declinazioni, e affrontata pittoricamente negli anni riducendo sempre di più il riferimento oggettuale e figurativo. Questo è stato un procedimento inversamente proporzionale, inizialmente latente e inconscio, per poi manifestarsi lentamente sempre più chiaro. Infatti, l’autodeterminazione e le conquiste raggiunte si sono tradotte per Lauriola in una sottrazione piuttosto che in un’aggiunta di elementi e colore sulla tela. Cioè la sicurezza raggiunta le ha permesso di oltrepassare le forme immanenti, avvertite superflue e vuote, per dedicarsi alla riflessione sull’ontologia dell’essere e della natura che è il vero scopo della sua ricerca. In tutto ciò appare esplicativo il titolo della mostra che allude a un percorso sicuramente non privo di difficoltà e ostacoli per il raggiungimento di un fine superiore. Così come chiarificatore è il titolo della serie Atmosfere sospese di cui fanno parte le tele in mostra. Osservando tali lavori, la sensazione che percepiamo è quella di una sospensione temporale dove il fluire del tempo risulta cristallizzato. In queste visioni l’attenzione di chi guarda è portata all’interno del quadro dalle piccole figure poste in basso; successivamente, le posizioni e le dimensioni variabili di quest’ultime tramite un gioco di diagonali e simmetrie non ortodosse conducono lo sguardo verso la I SENTIERI METAFISICI DI LAURIOLA zona di confine nella quale vengono a contatto le propaggini cromatiche con le quali l’artista divide il supporto. Ed è qui che si rivela la luce del pensiero puro alleggerito dalle catene razionali. Tramite la pittura dunque Lauriola pone in essere quell’attività noetica dell’anima per mezzo della quale perviene a una conoscenza intuitiva e non filtrata. Tecnicamente ciò è tradotto in un informale gestuale steso sul fondo della tela nel quale è fondamentale l’uso della resina. Tale materiale, infatti, fa emergere velature, effetti e reazioni ipotizzate e sperate ma senza la certezza del risultato finale. La resina, infatti, sfuggendo al controllo completo dell’artista ha la capacità unica di essere imprevedibile come la vita. Le sagome delineate sulla stesura cromatica, imperniate su di un tratto sicuro e non descrittivo, affiorano direttamente dalle nebulose del subcosciente e sono connesse con la sensazione di pace e tranquillità derivante dal conseguimento dell’empatia con l’essenza della realtà naturale. La gestualità e la postura delle figure grazie a un segno incisivo riescono a comunicare sensazioni con un linguaggio non verbale fortemente espressivo. Dunque Lauriola, nel momento in cui il pensiero privo degli ancoraggi riflessivi raggiunge la dimensione contemplativa associa a questo stato immagini che provenienti dal proprio io completano e avvalorano il soprasensibile percepito. Le linee quindi tracciano sulla tela profili che, sorti dall’attività intuitiva, si affermano e si strutturano poi con dettagli e caratteri idealizzati slegati dal proprio contesto storico. Lo spettatore davanti alle opere di Lauriola è soggetto a una stimolazione sinestetica in cui un ruolo di primo piano lo svolge la palette di colori usata. Le cromie dai toni tenui che talvolta acquistano più forza avvolgono la sensibilità del fruitore della visione il quale sente di sottofondo suoni non udibili dall’orecchio. La conseguenza è un immediato senso di armonia e calma nel quale i soggetti presenti sulle tele con il loro linguaggio analogico stimolano un processo cognitivo interno alla dimensione rappresentata. Carlo Ercoli Cambialamore, Città dell’Altra Economia MACRO Testaccio, Roma 2019
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