17 ci regalò il diario indiano che io e la mia amica abbiamo portato con noi durante il nostro primo viaggio negli Stati Uniti. Lo conservo ancora. Ci scrivevo appunti, disegnavo, dipingevo. Di Anna Maria Colucci ho in mente la grande apertura, disponibilità e la sua grande passione per l’Oriente. Quando c’era un problema tutto si risolveva con «chiediamolo ai Ching!». Quando poi, qualche anno dopo, è diventata Samagra mi parlava del colore come di un’esperienza istintiva e diretta, diversamente dai suoi lavori fotografici della fine degli anni Sessanta e Settanta, che erano molto più concettuali e rispecchiavano la sua adesione al femminismo, avendo partecipato alla nascita della Cooperativa del Beato Angelico, tra i primi collettivi femministi in Italia. Ci sono artisti che consideri mentori? La prima in assoluto è mia madre che, quando in giovane età era in collegio, aveva realizzato tre dipinti che aveva portato a casa. Erano dei semplici olii su legno. Peccato che non abbia continuato a dipingere, ma certamente deve aver messo in me il primo seme. Rispetto all’uso del colore, un mentore probabilmente è stato Mario Schifano con quel movimento insito nelle cromie, quella frenesia che rispecchia la sua personalità e in cui, in parte, mi ritrovo. Con Schifano c’è stata anche una breve conoscenza, perché sua moglie Monica De Bei e il figlio Marco hanno abitato per un periodo nel mio stesso palazzo a Roma e lui passava a trovarli. Alla nascita di Marco, il mio primogenito, mi fece anche dono di una sua opera. Ad ogni modo, a seconda del mio relazionarmi ad un dato progetto, le ispirazioni e i mentori possono essere diversi. Per la serie Iosepha mi sono ispirata a Klimt e al suo uso dell’oro in pittura, mentre il tratto nervoso nasce dalla mia ammirazione per Schiele. Tra i contemporanei un artista di cui ho grande stima, anche se non credo di essermi mai ispirata direttamente alle sue opere, a parte, forse, all’inizio per l’uso del plexiglass, è Emilio Leofreddi. Infine, devo ringraziare Baldo Diodato per avermi aiutata a conoscere e approcciarmi alla resina. Ma il vero mentore, a cui devo tanto, è dentro me: quella voce insistente ed esigente che mi ha continuato a dire di non mollare mai, spingendomi a cercare sempre nuove soluzioni. Roma, 29 novembre 2021
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