CAMBIALAMORE di Giusy Lauriola Signore e Signori, Vi presento il mio 30 metri. Un progetto concepito a Roma, il 15 maggio 2003, al bar del Fico, complice un prosecco con Sergio Rispoli, gallerista e amico di vecchia data. Era tanto che ambivo ad esporre presso la sua galleria, ma lui mi aveva risposto che faceva solo “cose strane”. Mi sentivo pronta. Ho raccolto la sfida. E gli ho sottoposto l’idea di una mostra da poter installare lungo tutto il perimetro della galleria, un lavoro unico che si sarebbe svolto come un rullino fotografico, raccontando una storia. Sergio Rispoli, un nome che mi riporta indietro nel tempo, almeno di una ventina d’anni. A quando la mia storica amica del cuore, Daniela, una bella ventenne estroversa e creativa di natura, lavorava come ragazza alla pari presso la sua casa ai Parioli. E quando dico alla pari, intendo nel senso più letterale del termine. Daniela partecipava alla vita della casa e delle persone che vi gravitavano ed io con lei. Lì respiravo un’aria che mi piaceva, parlavo di arte e di cultura, conoscevo persone affascinanti di cui non ricordo un granché. Ricordo bene, invece, Giampaolo il figlio, allora avrà avuto sei o sette anni e la moglie Annamaria, bella come un’attrice orientale, si muoveva in quella casa come su un palcoscenico. Sergio era sempre di passaggio, diretto verso chissà dove. Ricordo anche molto bene quando, ad un mio gesto altamente sconsiderato – ho avuto 18 anni anch’io -, lei rispose regalandomi “Il libro tibetano dei morti”. Non l’ho mai letto, lo confesso, ma ho apprezzato il gesto. Sto divagando. 7
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